Gay & Bisex
Avventura romana
di maxxx13
14.02.2016 |
3.068 |
4
"Non ci volle molto e ci baciammo voracemente come due cani in calore, mentre le nostre mani, come se fossero in preda a un raptus esploravano, toccavano e..."
Roma è una città che adoro, caotica e contraddittoria allo stesso tempo, senza dimenticare il fatto che la fauna della zona non è niente male: gli uomini romani riescono a trasmettere quel senso di virilità che dà lustro al suo sommo passato. Gladiatori possenti evolutisi in giacca e cravatta e non solo!! Baldi giovani con tante speranze e voglie nascoste pronte ad uscire nei momenti meno impensati.Io invece avevo adocchiato un altro tipo di preda, si chiamava Simone faceva l’ascensorista all’interno dell’hotel. Nonostante la divisa lo rendesse goffo e a volte impacciato, faceva intravedere un fondoschiena niente male, tipico di chi pratica sport da anni. Non ero sicuro di essere contraccambiato i segnali che mi faceva ogni volta che lo vedevo erano ambigui e non volevo rischiare di venire scoperto.
Ogni volta che ci incrociavamo parlavamo di calcio di come le nostre squadre andassero in campionato e ben presto diventammo amici, si era creata con il tempo una sorta di complicità dai primi giorni, una sorta di simpatia tanto che dopo solo due giorni in quel albergo eravamo ci eravamo già scambiati confidenze intime riguardanti le nostre vite. Anche se duravano solo l’istante in cui salivo in camera mia, questi incontri erano diventati piacevoli e lo notai quando rientravo tardi e lui aveva finito il turno dove sentivo la sua mancanza.
Successe per caso durante il fine settimana, ero rientrato in anticipo da una conferenza noiosa e mi aspettava una nottata solitaria, perché avevo inviato Mattia da una mia amica giusto per fargli ricordare come si soddisfa una donna.
Non avrei mai pensato che le mie perversioni avessero raggiunto un livello tale da mettere a rischio ciò che avevo appena creato, ma siccome non sono mai stato un uomo ordinario e detestando la routine, mi piaceva indugiare nei vizi e percorrere la via del peccato.
L’idea che il mio giovane assistente si trastullasse senza il sottoscritto mi aveva lasciato il pensiero fisso tutto il giorno, e non ci volle molto che si trasformasse in una voglia persistente, una sensazione per cui l’unico rimedio non fosse che una sana scopata; non aveva importanza con chi poteva essere un’intrattenitrice o il giovane cameriere del ristorante, ma sapevo che se non avessi dato sfogo al mio istinto sarei impazzito e avrei dovuto ripiegare mestamente aiutandomi alla vecchia maniera.
Il destino, anche questa volta mi venne in aiuto, sulla città si stava per scatenare un tremendo temporale. Mentre i lampi e fulmini squarciavano il cielo, io avevo ritirato la chiave della stanza e mi apprestavo a salire dentro l’ascensore dove Simone mi fece accedere anche perché ero l’unico “passeggero” lasciando i colleghi ad osservare lo strano spettacolo atmosferico.
Lo salutai e lui rispose con il suo solito sorriso e non potevo ammirare quanto era sexy, attraverso la divisa era impossibile non notare il profumo di testosterone che quel individuo emanava; sarà stato forse perché da vicino dimostrava più anni di quanti ne aveva in realtà, ma la sua bellezza era data anche dalla presenza delle basette che dall’attaccatura dei capelli scendevano fino a formare una piccola barba, delineando i lineamenti di una mascella possente un vero macho.
Era una preda diventata ambita e fu allora che il lampo si levò squarciando il cielo lasciando l’’intero quartiere senza corrente fermando anche l’ascensore il quale fermandosi improvvisamente diede un forte scossone e io mi ritrovai addosso al mio giovane amico.
L’interruzione di corrente fece scuotere l’intero vano lasciandoci al buio, facendoci perdere l’equilibrio e ci scontrammo. Rimanemmo abbracciati per terra, lui aveva sbattuto la testa contro la parete e di rimbalzo aveva colpito me ed eravamo poi crollati. La luce di emergenza tardava ad attivarsi e in quel lasso di tempo che non sembrava non finire, potevo percepire tutta la sua mascolinità.
Il suo petto tonico si alzava ed abbassava torcendo i muscoli sopra il mio corpo, sentivo la sua presenza maschile sotto di me e, nonostante fossi intontito la mia reazione non tardò a venire: mi venne il cazzo duro, ed avendo abbassato le difese psicologiche lasciai strusciare la mia mazza lungo i suoi pantaloni facendo intuire la mia situazione.
Passarono pochi minuti quando il lampeggiare della luce di sicurezza ci fece rinvenire tutti e due, e dopo esserci accertati che tutto era posto, Simone prese il telefono e chiamò l’ufficio sicurezza; quando ebbe terminato mi comunicò che ci sarebbe voluto molto tempo prima che avessero riattivato la corrente, quindi misi l’animo in pace per la lunga attesa, anche se in cuor mio sapevo come avrei voluto passare il tempo.
Il mio amico in mezzo alle gambe prese a lamentare attenzioni ed era già sull’attenti causando un piacevole dolore al basso ventre. Nel mentre continuavamo a parlare del più del meno. Fu allora che dopo aver sospirato dicendo “ E adesso cosa facciamo?” guardandomi con quei occhi neri e profondi, come se fosse un cucciolo indifeso “Bhe! Per cominciare potresti smetterla di essere timido...!!
Ci guardammo per un tempo infinito, pensavo di essere andato oltre e poi nell’oscurità a cui già ero abituato, intravidi un suo sorriso e uno sguardo di complicità comparì in quel volto reso ancora sensuale dalla penombra. Non ci volle molto e ci baciammo voracemente come due cani in calore, mentre le nostre mani, come se fossero in preda a un raptus esploravano, toccavano e sbottonavano i tessuti che ci ricoprivano quasi a dare sfogo ad un istinto rimasto sopito per troppo tempo.
Simone ci sapeva fare!! E lo potevo notare dal modo con cui muoveva la lingua dentro la mia bocca, dal modo in cui le sue mani cercavano il mio solco attraverso la stoffa del pantalone; mi sbottonò la patta lasciando libera la mia virilità e, senza ritegno prese a maneggiarla attraverso il lembo del mio intimo oramai lucido di umori da cui poteva ammirare compiaciuto gli effetti delle sue azioni.
Dal mio canto ero curioso e lasciavo che la sua giovane irruenza, mi soggiogasse: gli strappai la divisa e la camicia con foga, facendo saltare i bottoni e subito potei godere della bellezza dei suoi pettorali tonici; con le mani presi a contorcere i capezzoli oramai turgidi, e come un vitello alla ricerca della mammella presi a succhiarglielo causandogli mugolii di piacere.
Poi decidemmo di andare oltre, “Ci sono cose che vorrei provare!!” “Sei con la persona giusta!” dissi risolutamente mentre ci spogliavamo dei nostri vestiti, rimanendo solo con i nostri abbigliamenti intimi, resi tesi e umidi dalla tensione sessuale che si era creata. Le sue mutande erano attillate come le mie e riuscivano a malapena a contenere l’asta. Ci sdraiammo e gli saltai sopra come una vacca da monta, continuammo a limonare, muovendo il mio corpo, oramai carico di sudore, sul suo lasciando che le mie mani continuassero a stimolare le sue zone, talune non conosciute ad egli stesso.
Inizia a strusciare con il mio fondoschiena lungo la sua asta carica di testosterone, iniziando una lenta ed eccitante sega, mentre con le sue mani prese ad giocare sui miei pettorali muscolosi, percorrendo il solco tra gli addominali ora tesi ora rilassati, il tutto mentre l’aria attorno a noi si faceva calda e cominciava a caricarsi di testosterone, odori che si possono solo percepire nello spogliatoio di una palestra quando la squadra rientra dalla partita per cambiarsi, odori che mi avevano sempre inebriato portandomi al massimo dell’eccitazione.
Decisi che lo avrei torturato sessualmente e così feci, gli strappai quelle mutande verdi oramai umide di umori e gonfie prendendo a spompinarlo lentamente, senza tralasciare nessun particolare, dalle palle gonfie fino alla punta turgida e bollente. Mollai uno schiaffo alla natica, facendolo sussultare di piacere, e mi concentrai a umettare il suo buco ancora immacolato, causandogli mugolii inaspettati ma ben presto accettati.
Con un abile lavoro di lingua non ci volle molto che il buchetto incominciasse ad aprirsi come se chiedesse di essere violato, ma fu allora che decise, sotto la mia netta disapprovazione, di cambiare posizione.
“Ora è il mio turno” disse il giovane pollastrello e si tuffò sul mio cazzo oramai gonfio di piacere; incominciò a inghiottirlo lasciando che la lingua giocasse sul glande, e mentre le ondate di godimento si fecero costanti, con le mani iniziai a spingere la nuca per fotterlo in bocca lasciando che le sue mani esplorassero tutto il mio corpo, tastando i miei addominali ricoperti dal sudore, giocando con la peluria incolta sopra il petto finendo con il trastullare i miei capezzoli, lasciandomi mugolare di piacere.
Sapevo che se avesse continuato in quella maniera non avrei resistito a lungo per cui gentilmente gli tolsi il mio uccello dalla sua bocca e presi a sbatterglielo violentemente sulla faccia, lasciando che il suono delle vergate lo facesse eccitare ancora di più. Prese a leccarmi di nuovo il mio corpo, con un dito prese a giocare con la mia rosellina e, mentre mi contorcevo dal piacere seguendo le sensazioni che una tale adorazione mai ricevuta prima, mi avesse regalato.
Quando l’istinto prese il sopravvento abbandonai ogni grammo di razionalità che era rimasto e come un animale in calore presi a limonarlo selvaggiamente, masturbando violentemente la sua virilità ora mai resa incandescente dalla lussuria che ci avvolgeva entrambi. Il rischio di venire scoperti aumentava l’eccitazione e sia io che lui ne eravamo pienamente coscienti. Fu allora che decisi di dominarlo, e senza che lui se ne rendesse conto lo avevo rivoltato e ripresi a umidificare il buco.
I nostri vestiti erano oramai sparsi su tutta la stanza, dovevamo sfogarci in fretta; mugolava godendo del contatto della mia lingua ed anche il suo fondoschiena incominciava a rilassarsi ed abituarsi al gentile quanto tremendo gioco. “Sei pronto?” dissi “Presto mi chiederai di smettere!” aggiunsi. Senza battere ciglio appoggiai il mio uccello, e dopo aver indossato la protezione, incominciai a spingere, nel mentre l’osservare il suo corpo seguire le nuove sensazioni e conseguenze che quel gesto stava portando, mi dava la carica. Prese a mugugnare prima piano poi sempre più forte tanto che dovetti imbavagliarlo con la mia cravatta di seta.
Più spingevo verso l’interno e più la tensione erotica creatasi tra di noi si trasformava sublimandosi in qualcosa di meno filosofico, lasciando nudi i nostri istinti primordiali. Le sue difese si abbassarono lentamente, e presto sentii il calore avvolgere la mia lama di carne. Tenendo i lati della cravatta cavalcai quello stallone, senza ritegno prima piano e poi con sempre più violenza fino a raggiungere e stimolare la sua prostata.
Spingevo all’interno di quel corpo come un forsennato, era totalmente sotto il mio controllo. Lo girai spalancandogli le gambe muscolose e pelose come piacciono a me. Gli infilai il mio uccello dentro riprendendo il ritmo ancora più forte e, mentre lui si masturbava io potevo osservare le espressioni di piacere che sul suo volto si facevano sempre più intense, strabuzzando gli occhi e lasciandosi guidare dal fiume del desiderio facendolo sprofondare nei meandri più profondi della nostra perversione.
L’aria intorno a noi si era scaldata e l’odore del sesso si percepiva indistintamente, ma noi non ci facevamo caso, entravo ed uscivo dal quel corpo senza pietà; l’intesa sessuale che si era creata tra di noi avevano ridotto il rapporto ad un mero sfogo primitivo, come ad un rito arcaico. E più lo perpetravo più l’intera stanza ne subiva gli influssi ondeggiando e vibrando come un campanello alla forza di ogni spinta e spasmo che colpiva come un martello sopra l’incudine infuocato dei nostri corpi.
Non ci volle molto tempo ma il mio giovane amante, senza usare le mani e senza che io lo toccassi inarcò la schiena e caldi fiotti di seme uscirono dalla proboscide gonfia e tesa, sporcando quel corpo muscoloso all’apice della sua maturità.
Vedere l’orgasmo sul quel volto mi fece arrapare ancora di più e uscendo dal suo sedere avvicinai la mia cerchia in piena erezione, levando con un gesto veloce della mano il profilattico, lanciandolo in aria. Incominciai a menarmelo velocemente e, rilasciando un grugnito di soddisfazione sborrai sulla sua faccia inondandola dei miei umori i quali vennero prontamente leccati e finirono dentro la sua bocca.
Mi sdraiai di fianco a lui ansimante, mentre prese a succhiarmi e ripulirmi l’uccello, non ci potevo credere ma avevo ancora voglia di lui e lui di me. Sentivo che la sua lingua riusciva a farmi rinvigorire la virilità e mi lasciai travolgere di nuovo, mentre con una mano mi stuzzicava il capezzolo. Era insaziabile “Devo recuperare il tempo perduto” mi disse tra un pompino e l’altro; stuzzicò le mie palle passando da una all’altra senza ritegno e leccando per bene l’asta, stuzzicandola per bene.
Lo lasciai giocare con la mia virilità fino a quando non venni di nuovo sporcando il suo torace sudato ed in affanno. Ci guardammo con uno sguardo complice e ci sdraiammo a terra vicino per riprendere fiato, perché oramai avevamo dato fondo alle nostre energie. Ancora ansimanti ci coccolammo come due cuccioli che avevano scoperto un nuovo gioco, e poi ci abbandonammo sfiniti e sudati per terra.
Ci rialzammo e ci ripulimmo con delle salviette che avevo nella cartella, cercammo di ricomporci e nel mentre facemmo ciò la corrente ritornò e l’ascensore riprese a salire. Quando arrivai al mio piano diedi un biglietto da visita. Erano state le due ore più intense della mia vita né lui né io avremmo mai dimenticato ciò che ci era successo.
Mi avviai verso la mia camera, tronfio e gongolante per l'avventura appena vista; erano state le due ore più intense della mia vita e nessuno di noi avrebbe dimenticato. I pensieri si affollavano nella mia mente, mentre sotto la doccia cercavo di cancellare le traccie del mio giovane amante. Sicuro che lo avrei rivisto, la sera prima di partire gli lasciai una lauta mancia con l'intento di rivederci di nuovo.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.